Foto pedopornografiche nel pc: Pm radiato dalla magistratura

La sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura ha radiato dall'ordine giudiziario il pm Paolo Remer, in servizio a Rossano Calabro e da 3 anni sospeso da funzioni e stipendio dopo che nel 2004 nel suo computer erano state trovate foto di pedopornografia. In dettaglio, Remer era accusato di aver scaricato da Internet un file con contenuto pedopornografico e di aver immagazzinato nel computer fisso e nel portatile immagini di bambini nudi "ritratti in pose oscene e in attività sessuali anche con soggetti adulti".

Per questa vicenda, il magistrato era stato condannato in sede penale in primo e secondo grado, ma la Cassazione aveva annullato la sentenza d'appello, dichiarando i reati estinti per prescrizione. A carico del pm pendono un altro procedimento penale e un parallelo disciplinare per fatti analoghi.

A chiedere la radiazione per Remer è stata, in rappresentanza della Procura generale della Cassazione, il sostituto Pg Betta Cesqui, che ha definito "irrecuperabile" la perdita di credibilità del magistrato. Remer ha invano ribadito anche oggi la sua innocenza, dicendo di essersi imbattuto per caso in quelle immagini e di non averle mai volontariamente cercate. Il verdetto della Sezione disciplinare, presieduta da Annibale Marini, è arrivato al termine di una camera di consiglio durata poco più di un'ora.

L'ormai ex magistrato Remer rimase invischiato in un'inchiesta sulla pedopornografia nel 2004, che aveva coinvolto altre centinaia di persone che in tutta Italia avevano scaricato immagini pedopornografiche da un sito Internet. Gli investigatori avevano trovato immagini pedopornografiche nei due computer in uso a Remer. Che difeso dall'avvocato Franco Morozzo Della Rocca, nel corso dell'udienza davanti alla sezione disciplinare del Csm ha respinto le accuse.

"E' una vicenda che ho subito - ha detto Remer al Csm - mi sono imbattuto in quelle immagini, ma nessun elemento oggettivo e soggettivo può stabilire che io abbia cercato, procacciato o salvato quelle immagini. Sono il primo a ritenere ripugnanti quelle foto di pedopornografia".

"La tutela e il rispetto dell'innocenza dell'infanzia sono tra i più profondi e sentiti - ha detto nel corso dell'udienza il sostituto pg, Elisabetta Cesqui -. E la violenza dell'adulto su un minore si realizza nel momento in cui con immagini viene ripresa. Vi è inoltre una rinnovazione della violenza ogni volta che qualcuno la vede, la ricerca e l'acquisisce. Il reato espone in ogni caso l'autore rispetto alla propria credibilità e al proprio prestigio".

Pubblicato il 10/01/2014
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