Mobile Incivility, l'invasione dei tecno-maleducati

Di ALESSANDRA RONCATO da Repubblica.it

Si incontramo ogni giorno: sui mezzi, in ufficio, per la strada. Sono gli incivili digitali. Uno studio italiano ne ha tracciato l'identikit e le abitudini peggiori. Ecco chi sono e come vivono.

LI VEDI da lontano e, quando li individui, è meglio stargli alla larga. Percorrono a zig zag le strade alla guida delle loro auto. Ai semafori non partono e, prima di svoltare, non mettono la freccia. Perché i loro occhi sono fissi altrove e una delle loro mani è occupata a digitare assiduamente. Sono pericolosi, irritanti e fanno parte di una delle tante categorie degli Incivili del Mobile, coloro che non smettono di trafficare con il loro smartphone nemmeno al volante. Fanno parte di un esercito numerosissimo e sono equipaggiati con armi letali per i nostri nervi: cellulari, tablet e lettori mp3.

Ora uno studio condotto dal sociologo Saro Trovato, fondatore di Found!, ha tracciato il profilo dei protagonisti della "mobile incivility", persone che non possono vivere senza i loro dispositivi mobili, che non si fanno problemi a consultare i social network nemmeno durante le riunioni di lavoro, che smanettano sullo smartphone anche durante i pasti o, addirittura, nei momenti di intimità. Persone che abusano della tecnologia in ogni sua forma e in qualsiasi situazione.

1500 persone dai 16 ai 65 anni.
Lo studio per individuare le caratteristiche di questa nuova forma di maleducazione, la "mobile incivility" appunto, ha coinvolto 1500 persone circa, uomini e donne di età compresa tra i 16 e i 65 anni. Realizzata con la metodologia WOA (Web Opinion Analysis), la ricerca ha monitorato online i principali social network, blog, forum e community per esaminare quali siano i comportamenti "ipertecnologici" più odiati e dove questi avvengano più frequentemente. I comportamenti che danno maggiormente fastidio? L'utilizzo dello smartphone durante l'orario di lavoro (per il 66% degli interpellati), l'essere costantemente connessi al proprio cellulare (58%) e le suonerie che squillano a volume troppo alto (55%). "Il rischio che questa invasione hi-tech porta con sé", spiega Trovato, "è quello di perdere di vista le cose più importanti, come le relazioni interpersonali e lo scambio di opinioni, quel confronto faccia a faccia che, con il passare del tempo e con l'intensificarsi dell'evoluzione tecnologica, sta diventando una merce sempre più rara".

Identikit dell'incivile digitale.
"Ah, quei giovani così maleducati", diranno in tanti riferendosi ai "nativi digitali", ovvero la generazione dei nati negli Anni 90 e 2000, cresciuta con la tecnologia a portata di mano: computer, internet, cellulari, mp3... Ecco, appunto. Non sono loro i principali incivili dell'era mobile, bensì gli adulti appartenenti alla fascia 35-50 (71%). I giovani dai 18 ai 25 anni arrivano subito dopo (54%) e infine ci sono le persone di età compresa tra i 55 e i 65 anni (34%). La maleducazine di questi ultimi, però, è giustificata dal fatto che, essendo poco pratici di apparecchi hi-tech, spesso sbagliano nell'impostazione del volume dei propri cellulari e lettori multimediali. Non è una sorpresa, invece, che il gentil sesso sia più "mobile-educato" degli uomini. Sono incivili digitali il 34% delle donne contro il 49% dei maschi. I due sessi si differenziano anche per i comportamenti che non tollerano. Le azioni più detestate dagli uomini, infatti, sono l'utilizzo dello smartphone durante l'orario di lavoro e durante le riunioni (66%), lo stare appiccicati al cellulare (58%) e l'invio a ripetizione di messaggi da parte della propria compagna (43%). Le donne invece non sopportano la suoneria ad alto volume in spiaggia o sui mezzi pubblici (73%), chi utilizza il telefono durante i pasti (64%) e gli uomini che controllano costantemente le notizie sportive (57%). Lo studio condotto dal sociologo Saro Trovato ha individuato anche i luoghi dove più frequentemente sono commessi i "reati" di inciviltà mobile. Al primo posto c'è l'ufficio (56%), dove l'inquinamento acustico è aggravato da musica in cuffia troppo rumorosa e suonerie amplificate. A seguire, i mezzi pubblici (44%), la camera da letto (39%) e la cucina (36%).

Ma non tutto è perduto.
Dalla deriva cafona degli appartenenti alla "mobile incivility" ci si può ancora salvare. Secondo gli italiani, basta applicare delle piccole regole di buon comportamento. O almeno, sforzarsi di farlo. Il 52% dei partecipanti allo studio consiglia di non utilizzare il telefono per nessun motivo durante i momenti intimi o le conversazioni. Seconda cosa, suggerita dal 44% delle persone interpellate, è diminuire drasticamente il volume dei propri device. Infine si dovrebbe tagliare nettamente, o perlomeno darsi un limite di tempo, l'utilizzo dei social network. Anche perché è proprio lo smartphone attraverso cui ci si connette a Instagram, Facebook e Twitter l'apparecchio di gran lunga più "disturbante" (78%). Lo seguono, distanziati, il tablet (40%), il Pc (33%) e la tv (28%).

Cinque tribù da conoscere ed evitare.
La ricerca di Found! ha individuato cinque categorie di incivili digitali, ognuna con la sua peculiare caratteristica. Ci sono i Social-Addicted, intossicati da Facebook e compagni che passano più della metà della loro giornata a postare e twittare ignorando chi e cosa li circonda. I Disturbatori Seriali, invece, smanettano con il proprio smartphone dappertutto: in strada, in ufficio, nel traffico (sì, sono loro quelli che viaggiano a zig zag...). Poi ci sono gli Audiolesi Immaginari che tengono il volume del proprio device a livelli altissimi e parlano al telefono come se dovessero comunicare con la Luna. Un'altra categoria è quella dei Cyber-Marpioni, uomini e donne di tutte le età che tartassano di messaggi e email le proprie prede online. Infine, gli Asfissianti Self-Made-Pr, persone che invitano tutti i propri contatti a eventi assurdi e li taggano su foto e messaggi promozionali.

Ne incontriamo ogni giorno a decine, di tecno-maleducati. Forse ora che li conosciamo meglio possiamo anche imparare a evitarli ma, soprattutto, a non farci contagiare.

Pubblicato il 02/09/2014
SC Consulting - Via Pomposa, 127 - Ferrara - P.IVA 01163440389 - Cookies - Privacy