Servono tanti ingegneri che si occupano di sicurezza informatica e in fretta. "Ce ne vogliono di più", continua a ripetere Eugene Kaspersky, security guru, e fondatore dell'omonima società: Kaspersky Lab. Quasi una chiamata alle armi. Sì, perché i criminali cybernetici, a detta dell'informatico russo, crescono a vista d'occhio, si perfezionano e si organizzano. Manca però chi sia in grado di fermarli. Il magnate lo mette bene in risalto a Barcellona, durante la conferenza stampa europea dedicata alla presentazione del suo ultimo sistema di protezione che punta tutto sulla protezione dei più piccoli.
Spiega: "In un anno contiamo dieci milioni di attacchi unici. I numeri sono grandissimi e aumentano continuamente". Gli hacker agiscono su tre livelli: rubano i tuoi dati personali; fanno spam; prendono di mira grosse organizzazioni. "La maggior parte", prosegue, "parla cinese. Ma, in questo caso, la qualità degli attacchi non è molto elevata. Poi ci sono spagnoli, portoghesi, latino americani. Infine i russi. Che hanno i malware migliori". I prossimi obiettivi? "Smart tv, smart watch, frigoriferi intelligenti. Insomma, tutta la cosiddetta Internet of things. Che io ho soprannominato Internet delle vulnerabilità. Attualmente, la polizia cibernetica sta lavorando duramente ma è impossibile investigare su tutti i crimini". Per capire la portata del fenomeno, basta dare uno sguardo alla cronaca. Ci sono persino esempi recenti come Darkhotel, il virus in grado di sfruttare le reti wifi degli alberghi d'alto livello per insinuarsi nei pc di top manager e rubarne i segreti aziendali. Una falla scoperta proprio dalla società russa. A mancare, secondo Kaspersky, è invece gente capace di contrastare i criminali del web. "Un paio d'anni fa ho detto per scherzo: se continua così, gli ingegneri IT saranno pagati come le star del pallone in Europa. O gli avvocati in America. Avevo ragione. Non c'è alcun Paese al mondo che ne abbia abbastanza. Certo, ce ne sono alcuni in condizioni migliori. Per esempio, Stati Uniti e Israele. Ma si tratta anche di zone che subiscono più attacchi".
Proprio sulle nuove leve punta Kaspersky a cui tra i banchi di scuola piaceva la matematica. Su un triplice livello. Primo: una partnership appena siglata con la European Schoolnet, la rete che ingloba 31 ministeri dell'educazione europei. Grazie a questo accordo, per ogni kit Kaspersky comprato dal 1 al 31 dicembre, un euro sarà devoluto all'Insafe Helpline Fund, un network di linee telefoniche di aiuto: "Per tutelare la vita digitale di novemila bambini nel 2015". E difenderli dai cyberbulli, di cui è vittima un adoloscente su dieci. Secondo: il prodotto lanciato sul mercato, facendo fede a ciò che riporta l'azienda, ha rinnovato soprattutto il Parental Control, cioè uno strumento che i genitori possono usare per monitorare l'attività online dei propri figli. Terzo, ma non per ordine di importanza: parlando, a più riprese, d'educazione. "Vogliamo rendere i giovani più sicuri e più smart", è il mantra finale di Kaspersky. E ancora: "Gli hacker e gli ingegneri di software russi sono i migliori del mondo. Anche Condoleezza Rice l'ha detto. Volete sapere qual è il segreto? A scuola insegnano non solo semplice informatica, ma anche i linguaggi di programmazione. E prima di andare all'università, i ragazzi sono già in grado di costruire software di medio livello. Dopo è già troppo tardi".
La fiducia nell'educazione digitale delle nuove generazioni, però, non lo rende del tutto tranquillo. "Ci sono due cose che non mi fanno dormire la notte", confessa alimentando la tesi di chi sostiene sia ossessionato dai virus. "Le turbolenze in aereo. E il fatto che, ultimamente, i criminali digitali abbiano preso di mira industrie o infrastrutture cruciali come i porti. Attacchi messi in piedi da professionisti, sarà una bella sfida contrastarli". Per lui si tratta di un chiodo fisso. Lo dice durante l'incontro con la stampa. E' proprio cercando di smantellare dal niente virus dopo virus che ha costruito la sua impresa, cui oggi fanno riferimento Interpol, Europol, Fbi e Fsb.