Imprese impreparate e dipendenti poco attenti: i buchi della sicurezza.

Le aziende sono impreparate a gestire i pericoli per la sicurezza causati dal comportamento della Generation Mobile, la nuova generazione di utenti esperti che si affida ai dispositivi mobili per ogni aspetto del proprio lavoro e per le comunicazioni personali. A rivelarlo una recente ricerca che ha evidenziato come le differenze di età, sesso, livello di reddito, settore e posizione geografica abbiano un’influenza diretta sulla sicurezza dei dati aziendali. Si evidenzia inoltre che aziende tecnologicamente più avanzate di settori fortemente regolamentati, uomini con alto livello di reddito e mercati emergenti presentano i maggiori rischi per la sicurezza dei dati aziendali.

Sono 3 le ragioni principali che spianano la strada a comportamenti pericolosi nel mondo del lavoro.

Condividere è la norma: sei dipendenti su dieci condividono regolarmente dispositivi personali e di lavoro con altre persone. Quasi un quinto degli intervistati non protegge i dispositivi con password, il 22% dei dipendenti ha dichiarato di non avere preso misure di sicurezza per facilitare la condivisione. I dati relativi al piano globale restano confermati anche per l’Italia dove, in particolare, il 23% di chi non usa password sostiene di farlo per poter condividere più facilmente con altri il proprio dispositivo.

Aumenta l’indifferenza sulla sicurezza: la sicurezza scivola al quinto posto, dietro a marca e sistema operativo, nella classifica dei fattori che influenzano la #GenMobile nelle scelte d’acquisto di nuovi dispositivi. Quasi 9 intervistati su 10 (87%) assumono che il reparto IT si incaricherà della loro sicurezza; circa un terzo (31%) ha perso dati a causa di un utilizzo scorretto del dispositivo mobile.

Dai dati italiani scopriamo che, a causa dell’uso improprio del dispositivo mobile, il 35% ha perso informazioni o dati personali e l’8% ha perso dati di carattere finanziario della propria organizzazione. Nella decisione di acquisto di un nuovo dispositivo la sicurezza è al terzo posto dopo sistema operativo e costo. Il 91% ritiene che il reparto IT della propria azienda abbia attuato misure adeguate per proteggere device e applicazioni, l’88% si affida a esso per la protezione dei dati personali.

Vince il fai da te: più della meta (56%) degli intervistati dichiara di essere disposto a disobbedire al proprio responsabile per completare un progetto, un’altra metà (51%) dichiara che le tecnologie mobile permettono maggiore produttività e condivisione, oltre tre quarti (77%) sono disposti a risolvere in autonomia problemi tecnici. In Italia, resta elevata – anche se scende lievemente (47%) rispetto al dato globale – la percentuale di dipendenti disposta a disobbedire al proprio responsabile; il 54% dichiara che l’adozione di tecnologie mobile aumenta la produttività; il 72% ha gestito in autonomia questioni tecniche o ritiene di poterlo fare.

Le aziende faticano ad adattarsi

Lo studio evidenzia come le aziende potrebbero non essere preparate a ciò che le attende poiché più di un terzo (37%) non possiede alcun tipo di policy di base per i dispositivi mobili – in Italia è il 38%. Quasi un quinto (18%) dei dipendenti non protegge i dispositivi personali con password – in Italia il 10% usa la stessa password per accedere a qualsiasi dispositivo, dai siti alle applicazioni web – cosa che fa ritenere che i dipendenti non siano protetti da una strategia basica in tema di sicurezza.

Se le aziende gestissero in modo strategico le questioni riguardanti la sicurezza, con soluzioni flessibili, potrebbero sfruttare l’approccio della Gen.Mobile orientato alla condivisione delle informazioni per guidare l’innovazione dell’impresa.

Pubblicato il 22/04/2015
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