L'appello alla chiarezza del Garante, Antonello Soro, nella relazione annuale al Parlamento. Si unisce anche la presidente Boldrini: "Mi auguro che ci sia un confronto parlamentare che faccia chiarezza". Il Ministero del Lavoro sul congedo parentale: "Misure saranno strutturali".
Il decreto del Jobs Act all'esame delle Camere deve impedire "forme ingiustificate e invasive di controllo" dei lavoratori, "nel rispetto della delega e dei vincoli della legislazione europea", evitando "una indebita profilazione delle persone che lavorano". E' il monito del Garante privacy, Antonello Soro, nella Relazione annuale.
Soro ha precisato che "nei rapporti di lavoro, il crescente ricorso alle tecnologie nell'organizzazione aziendale, i diffusi sistemi di geolocalizzazione e telecamere intelligenti hanno sfumato la linea - un tempo netta - tra vita privata e lavorativa. Un più profondo monitoraggio di impianti e strumenti non deve tradursi in una indebita profilazione delle persone che lavorano. Occorre sempre di più coniugare l'esigenza di efficienza delle imprese con la tutela dei diritti".
Una posizione alla quale il Ministero del Lavoro ha di nuovo replicato, ribadendo le sue ultime precisazioni: "Le norme sugli impianti audiovisivi e gli altri strumenti di controllo, contenute nello schema di decreto legislativo in materia di semplificazioni attualmente all’esame delle competenti commissioni parlamentari, adeguano la disciplina oggi vigente - risalente al 1970 - alle innovazioni da allora intervenute, rispettando le indicazioni che il Garante della Privacy ha fornito negli ultimi anni, in particolare con le linee guida del 2007 sull’utilizzo della posta elettronica e di internet. Si ribadisce che, per quanto riguarda gli strumenti che vengono assegnati al lavoratore 'per rendere la prestazione lavorativa' (quali cellulari, tablet e pc) non si autorizza nessun controllo a distanza, ma si chiariscono semplicemente le modalità e i limiti per l’utilizzo di questi strumenti e dei dati raccolti attraverso di essi".
Quanto all'attività stessa del Garante, questo "ha rafforzato e consolidato la propria attività. Un'attività intensa, anche a livello comunitario e internazionale" e per questo servono "mezzi e risorse adeguate", ha spiegato Soro in Parlamento: "Ho rappresentato da tempo al governo e al parlamento l'urgenza di una seria revisione dell'attuale anacronistico sistema di finanziamento, non più sostenibile e tale da mettere fortemente a rischio, fino a precluderla del tutto, la nostra attività: in evidente contrasto con quanto imposto agli stati membri dai trattati", ha detto, rinnovando "la sollecitazione per una risposta non elusiva".
Parlando della Pa, ha incalzato: "Proprio perchè strumento di partecipazione, responsabilità e legittimità, la trasparenza (delle pubbliche amministrazioni, ndr) deve essere preservata da effetti distorsivi e da quella 'opacità per confusione' che rischia di caratterizzarla se degenera in un'indiscriminata bulimia di pubblicità".
Soro ha parlato di rispetto delle regole in Europa da parte dei big dell'hi-tech. "Il Parlamento europeo, nel novembre 2014, ha approvato una Risoluzione che punta a separare l'attività dei motori di ricerca dagli altri servizi e la Commissione ha aperto una procedura di infrazione per presunto abuso di posizione dominante di Google. Sono segnali importanti, un freno reale al dilagare senza condizioni del potere delle piattaforme. Il nostro provvedimento prescrittivo nei confronti di Google - ha sottolineato il Garante - punta ad imporre al gigante di internet le stesse regole cui sono tenute le imprese europee. E il protocollo di intesa sottoscritto, il primo in Europa, assoggetta l'azienda a verifiche periodiche presso la sede californiana (la prima si è svolta a maggio) per monitorare il rispetto delle nostre prescrizioni ma, insieme, permette un confronto costruttivo e dialogante su temi normalmente oggetto di riserbo assoluto da parte della società americana"